Quando diciamo che in primavera la natura si risveglia, la vite non fa eccezione. Non appena le temperature si fanno più miti ed il sole si fa più presente, i vigneti riprendono vita. All'enologo viene poi affidato l'importante compito di far fiorire la vite. Vediamo allora in cosa consiste il lavoro della vite in primavera.
Primavera in vigna: iniziate dalla cura del terreno
Dopo un periodo più o meno lungo di freddo, o addirittura di gelo, il terreno dei vigneti ha sofferto un po'. Bisogna poi aiutarlo a ritrovare il suo vigore, per permettere alle viti di sviluppare i primi germogli.
L'inizio delle vigne
Per preparare i ceppi di vite all'inverno e proteggerli dal freddo, venivano montati. In altre parole, erano ricoperti di terra. Quindi, logicamente, dopo la fase di rialzo, arriva la fase di inizio (o di allentamento). Si tratta quindi di rimuovere il terreno da ogni vite e di distribuirlo tra i filari.
Ma i viticoltori non svolgono questo lavoro a caso. Possono infatti fidarsi che le viti conoscano il momento ideale per lavorare il terreno. Poi, quando la linfa, fino ad ora immagazzinata nelle radici per resistere al freddo, risale e scorre attraverso le cicatrici lasciate dalla potatura invernale, allora il viticoltore può iniziare a curare il terreno. Durante questa fase di risveglio della vigna si dice che la vite pianga.
Sarchiatura della vigna
Come in un orto, anche nei vigneti la primavera vede la comparsa delle erbacce. L'appezzamento deve quindi essere diserbato, per evitare che vi si annidino le erbacce, queste piante indesiderate che impediscono alla vite di prosperare. L'estirpazionepuò quindi essere eseguita in diversi modi:
- Diserbo meccanico, mediante zappa o zappetta;
- Diserbo animale, per vigneti in agricoltura biologica;
- Graffiatura, che consiste nell'arieggiare il terreno attraverso un'aratura superficiale che limita la proliferazione delle erbe infestanti;
- Diserbo chimico, che utilizza prodotti chimici, nel rigoroso rispetto delle norme vigenti.
Esistono molte tecniche che consentono di combattere i parassiti vegetali (muffa, oidio, ecc.) o animali (fillossera). Nella tenuta di Berna privilegiamo le soluzioni più rispettose dell'ambiente.
Inerbimento dei ceppi di vite
Dopo aver eliminato le erbacce, i viticoltori sono responsabili dell'aggiunta di uno strato di piante tra i filari, al fine di stimolare lo sviluppo della biodiversità e rafforzare la parcella .
L'obiettivo della copertura erbosa è quello di posizionare abbastanza erba in modo che consenta alla vite di beneficiare dell'acqua e dei nutrienti, garantendo al tempo stesso che non privi la vite di questi elementi essenziali.
La cura del terreno di un vigneto in primavera non si ferma qui, i viticoltori devono anche occuparsi della concimazione del terreno con concimi verdi, dello sradicamento delle radici non necessarie, o la sostituzione delle viti morte.
Prendersi cura della vite in primavera
Dopo aver preso cura del terreno del vigneto, si tratta di coccolare ogni vite per garantire che i germogli e le piccole foglie fioriscano.
Germoglia a maggio, sgemma a giugno
Dal mese di aprile e per tutto il mese di maggio inizia il germoglio. Durante questa fase le gemme si allargano e si allontanano per consentire lo sviluppo dei rami. La crescita dei rami dà origine alle prime piccole foglie.
Questa fase è cruciale, perché si verifica all'inizio della primavera e il minimo gelo può ancora distruggere tutto. Il viticoltore è quindi molto vigile.
Poi, da maggio a giugno, avviene il disbudding, o deseminazione. Questa consiste nel togliere i rami superflui, trattenendo solo i rami fertili, e donando loro così tutta l'energia della vite.
Formazione dei rami
Durante tutto lo sviluppo della vite, dal primo germoglio fino alla raccolta dei bellissimi grappoli d'uva, il viticoltore controlla la crescita di ogni vite. Nei mesi di maggio e giugno svolge poi la formazione. In altre parole, solleva i tralci delle viti fissandoli orizzontalmente a fili di ferro, o fili di traliccio. Ciò permette di guidare la vite nella sua crescita e di farla evolvere in altezza, per sfruttare al meglio i raggi del sole. Inoltre, l'altezza degli acini con traliccio a filo permette alle macchine, durante la vendemmia, di preservare il ceppo di vite.
Tagliare i rami e spogliare le foglie
Dopo il traliccio, arriva il turno del ritaglio. Qui, l'enologo taglia le estremità dei rami in modo che le sostanze nutritive provenienti dalla linfa si concentrino sui grappoli, piuttosto che sulle punte dei rami inutili.
Il mese di giugno poi è anche il periodo della defogliazione. Il viticoltore attraversa poi i filari per rimuovere le foglie all'altezza degli acini. L'obiettivo è quello di aerare i grappoli d'uva, ma anche di consentire loro una migliore esposizione al sole. Eliminando le foglie proteggiamo anche la vite dalle malattie, e facilitiamo la raccolta degli acini.
Ultimo passaggio prima dell'estate: l'allegagione
L'allegagione è probabilmente una delle fasi più cruciali della viticoltura. Questo rappresenta il momento essenziale in cui il fiore della vite si trasforma in frutto. Da lì l'uva può iniziare a crescere e diventare meno sensibile alle condizioni climatiche. Un sollievo per il viticoltore.
L'allegagione permette poi di determinare con maggiore o meno precisione la data della raccolta.
Dal punto di vista della cantina, la primavera è generalmente il periodo in cui termina la fermentazione e in cui vengono imbottigliate le annate primaverili.
La primavera è un momento cruciale per il viticoltore, che deve aiutare le viti a risvegliarsi dopo un lungo inverno. Superata questa fase non resta che lasciare maturare l'uva, processo che durerà tutta l'estate.
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